Descrizione
San Tiziano, Vescovo di Oderzo, nato ad Eraclea, morto nel 632 e sepolto nella cattedrale di Ceneda, viene festeggiato il 16 gennaio e in occasione di questa ricorrenza gli abitanti di Oregne si prestano ogni anno ad organizzare un’allegra e “saporita” sagra. Il piccolo edificio sacro, collocato nel nucleo più antico del paese, presenta una struttura architettonica molto simile a quella delle altre chiesette della zona: piccola aula rettangolare orientata sull’asse est-ovest, tetto a doppia falda, campanile, unico altare.
Sull’architrave dell’ingresso principale è tutt’oggi leggibile la data “1486” che, con buona probabilità non rappresenta la data della fondazione o della consacrazione del tempio, ma piuttosto ricorda l’epoca nella quale venne ampliato e strutturalmente consolidato. Infatti, si pensa che nella sua forma originaria, la chiesetta di San Tiziano appartenesse al gruppo delle prime cappelle della Pieve di Sospirolo, anche se la più antica documentazione scritta che ne testimonia l’esistenza risale al 1538.
La prima descrizione abbastanza completa risale al 1611, dalla quale si apprende che l’edificio possedeva due porte d’ingresso, una sola finestra ed era dotato di un esile campanile. Il soffitto dell’aula era realizzato con struttura lignea, mentre il catino dell’abside era intonacato; le superfici parietali erano ricoperte da affreschi di discreta fattura, dei quali rimangono leggibili oggi solo alcuni frammentari brani (“ultima cena”, alcuni fregi, “San Sebastiano e San Bernardino da Siena”, un apostolo, angeli, crocifisso, celato dietro l’altare); l’altare era impreziosito da una pala inserita nella consueta edicola lignea, dorata solo in un secondo tempo.
La chiesa non possedeva inizialmente un cimitero proprio e, fino a quando non venne realizzato un luogo di sepoltura nelle adiacenze, vigeva l’usanza di deporre i corpi dei bambini sotto il pavimento della chiesa, poiché solo quelli degli adulti venivano trasportati al cimitero della chiesa parrocchiale. Nel corso del 1600 il vescovo sollecitò l’esecuzione di alcuni restauri; in particolare ordinò il consolidamento del campanile, la sistemazione del pavimento (realizzato in laterizio), l’imbiancatura delle pareti. Si apprende che nel 1674, in un intervento di ristrutturazione generale, il soffitto della chiesina fu sopraelevato e coperto a volta e contemporaneamente furono aperte due finestre binate semicircolari e una terza più piccola nell’abside.
Altri interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione si sono susseguiti, fino agli ultimi importanti restauri del 1969, del 1989 e a quello che nel 1996 ha avuto per oggetto la pala d’altare.